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Una lettura "laica" della Bibbia

sintesi della relazione di Armido Rizzi
Verbania Pallanza, 6 novembre 1994

Le virgolette stanno ad indicare che lettura "laica" non ha ancora un significato preciso, come nel caso di altri tipi di lettura (femminista, materialista, psicanalitica...).
Il termine "laico" applicato alla lettura della bibbia può essere inteso in cinque significati diversi.

1. Lettura della bibbia come il grande codice dell'occidente (v. Northrop Frye, Il grande codice, Einaudi, 1986). Ad esempio U. Eco e B. Placido ritengono che l'ignoranza attuale sulla bibbia sia una grave perdita, non perché la bibbia è fonte della nostra fede, ma perché è alla base, insieme al mondo greco, della civiltà occidentale, e non solo a livello del patrimonio culturale, letterario, figurativo, musicale, architettonico, ecc..., ma anche sul piano del vissuto esistenziale.
Ad esempio l'Esodo è stato riletto più volte, divenendo continua fonte di ispirazione.
Per i Padri della chiesa l'Esodo è il Battesimo come abbandono del peccato per entrare nella chiesa-terra promessa, o è la morte che introduce alla Gerusalemme celeste o è l'uscita dal mondo pagano per entrare nella chiesa.
All'inizio dell'era moderna i puritani rileggono l'Esodo come fuga dall'Egitto cristiano per entrare nella nuova terra promessa (Stati Uniti).
I canti degli schiavi neri degli Stati Uniti, i negro spirituals, colgono nell'Esodo la possibilità della liberazione dalla schiavitù e insieme della fuga dalla sofferenza del vivere.
La Teologia della liberazione riscopre la valenza politica dell'Esodo, come uscita da una situazione di invivibilità.
Lo stesso Sionismo si rifarà all'Esodo per rivendicare il possesso della terra palestinese.
La bibbia è così il grande codice e il grande ispiratore di cambiamento.

2. Lettura "laica" della bibbia in quanto fonte di conoscenza del mondo dei cristiani da parte di chi cristiano non è.

3. Lettura "laica" della bibbia in quanto attenta alla "terrestrità". È la lettura non religiosa della bibbia proposta dal teologo luterano tedesco Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), morto impiccato nel campo di concentramento di Flossenburg, per aver aderito ad un complotto contro Hitler. Dal carcere Bonhoeffer elabora una lettura non religiosa della bibbia, per riscoprire il valore spirituale, biblico della dimensione terrestre, delle realtà penultime. "Penultime" in quanto non definitive, ma "realtà" e quindi non evanescenti. La lettura religiosa della bibbia si è resa responsabile di aver deprivato di ogni significato la vita sulla terra, proiettando attese e speranze solo nell'al di là.
Bisogna rileggere tutte le categorie della religione cristiana in modo non religioso, riscoprendo la lezione dell'Antico Testamento, e cioè che cosa significa grazia, salvezza, redenzione su questa terra.
È una lettura laica non perché non faccia riferimento al divino, ma perché fa riferimento alla realtà profana, laica, alla vita di ogni giorno.
Ho percorso anch'io la stessa strada quando anni fa vi ho proposto una lettura del quotidiano come luogo della realizzazione del senso, dell'utopia, della salvezza.
È una lettura religiosa, perché fa riferimento alla promessa di Dio, ed è una lettura "laica" perché riguarda la terrestrità. la quotidianità.

4. Lettura "laica" della bibbia come lettura scientifica, critica, non fondamentalista. I procedimenti usati per studiare la bibbia sono gli stessi usati per interpretare qualsiasi altro testo, sia che si sia credenti oppure no. È la condizione per una lettura onesta del testo. Protagonista in questo campo è stato Rudolf Bultmann (1884-1976). I vangeli, ad esempio, non sono la ricostruzione esatta di quanto ha fatto o ha detto Gesù, ma sono una rilettura di quanto ha fatto o ha detto alla luce della fede nella resurrezione, facendo così emergere un senso che gli stessi contemporanei non avevano colto.

5. Lettura "laica" della bibbia in quanto dono di senso per tutti.
Per me oggi la bibbia è una grande dono di senso, che ha qualcosa da dire a me credente, ma anche all'uomo in quanto uomo. Nel testo biblico si può scoprire un mondo di valori che sono tali non solo per il credente, ma che sono in sintonia con la fatica di essere uomini propria di ciascuno. Nella bibbia si parla non solo dell'uomo in quanto credente, ma dell'uomo in quanto uomo.
Questo modo di accostarsi alla bibbia è oggi stimolato dalla crisi della ragione. L'epoca moderna, dal '600 in poi, è caratterizzata dalla progressiva autonomizzazione della ragione. La ragione dell'illuminismo ha rivendicato a se stessa un'autonomia sulla capacità di cogliere il mondo dei valori in base ai quali impostare la propria vita. Non c'è più bisogno di un Dio che ci venga a dire quello che dobbiamo fare, lo possiamo scoprire dentro di noi. È questa la coscienza etica, autoilluminante. L'illuminismo, per Kant, è il coraggio di uscire dalla minorità e di diventare adulti, usando la propria ragione, che è la stessa per tutti gli uomini, per cogliere le strutture fondamentali dell'agire, senza bisogno di rivelazioni divine.
Il post-moderno è la crisi di questa ragione, che si accorge di essersi illusa. Non esiste una ragione universale, ma esistono tante ragioni quanti sono i modi di procedere della mente umana all'interno dei vari campi di conoscenza (la ragione etica, la ragione scientifica, la ragione teologica...). Bisogna ritornare ai campi di esperienze, occorre reimparare cosa vuol dire vivere bene.
Molti laici oggi, e proprio quelli più austeri, di fronte alla crisi dell'autosufficienza della ragione vanno a cercare il "che fare" nei testi che raccontano le grandi esperienze di senso, del vivere bene, del lottare contro il male. Nell'occidente la bibbia è il testo di una di queste grandi esperienze. Gli elementi strettamente religiosi vengono messi tra parentesi per cogliere ed apprendere l'esperienza di senso, del dover essere. È una lettura laica etico-politica della bibbia che può essere fatta a due livelli.
a) Si cerca nella bibbia una conferma a quello che sostanzialmente già si sa. È la lettura di Michael Walzer (Esodo e rivoluzione, Feltrinelli). L'esodo è visto come la storia dell'autoliberazione di Israele, e non come capovolgimento improvviso e radicale ma come cambiamento lento delle cose attraverso il quale gli uomoni cambiano se stessi. È una lettura "laica" in quanto Dio viene messo tra parentesi, ma è soprattutto esemplificazione e conferma di quanto già so.
b) Pur lasciando da parte i riferimenti esplicitamente religiosi, si cerca nella bibbia qualche cosa che difficilmente si può ritrovare nella nostra esperienza di coscienza o in altri testi.
Ad esempio, l'Esodo nell'Antico Testamento dice qualcosa che è difficile trovare altrove. Centro delle legge è ripetere il gesto di Dio, non solamente imitando qualche specifica attività come avviene in altre religioni, ma tutto: "Come io vi ho tratto dalla schiavitù d'Egitto così voi dovete amare lo straniero": è il comandamento centrale, è la scoperta dell'alterità. Dio si è rivelato nell'ascoltare un popolo di nessun valore. È questo un modo di leggere la bibbia che può essere fatto anche da un non credente, è la scoperta dell'etica dell'alterità.
Non scopro nella bibbia quanto già so, ma una dimensione di senso difficilmente scopribile altrimenti.
Nel Nuovo Testamento poi non solo devo amare l'altro anche se è nessuno per me, ma devo amarlo anche se mi è nemico! L'etica, distrutta dal cuore violento che rifiuta di amare l'altro, può essere ricostruita solo accogliendo l'amore del nemico, solo attraverso il gesto della riconciliazione.
È una lettura "laica", e un incremento della esperienza etica. E per me credente la possibilità di quel gesto è dovuta alla grazia.

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