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Pulsioni e desiderio

sintesi della relazione di Tebaldo Galli
Verbania Pallanza, 20 maggio 2000

Saranno esposte le interpretazioni del desiderio elaborate dalla psicoanalisi, il cui sistema concettuale sembra essere quello che meglio di ogni altro spieghi la causalità psichica, usando uno strumento di indagine unico nel suo genere, quello delle libere associazioni, che non possono orientare la ricerca verso qualcosa di preciso.

il modello psicoanalitico del funzionamento mentale

Freud, a partire dalle rappresentazioni attivate dalle libere associazioni, ha elaborato, per tappe successive e rimanendo fedele ad alcuni concetti base, un modello del funzionamento mentale, dell'apparato psichico.
La psicoanalisi post-freudiana si muove spesso in una prospettiva di contestazione del fondatore, attribuendo, ad esempio, minore importanza alla sessualità.

fraintendimenti

La lingua italiana è meno ricca di quella tedesca di termini a contenuto significativo e questo ha causato fraintendimenti nella comprensione della teoria freudiana. Inoltre Freud usa il termine latino libido, per indicare l'energia connessa alla spinta che proviene dal corpo, non trovando termini adeguati nella propria lingua.
I testi di Freud poi sono stati conosciuti attraverso un'edizione inglese, non sempre precisa.
Il maggior fraintendimento è a carico del termine pulsione, tradotto nelle prime edizioni italiane con istinto, mentre pulsione indica "spinta".

natura psichica del desiderio

Freud sostiene che nell'apparato psichico primordiale, quello del poppante, i grandi bisogni fisici (la fame) determinano uno stato di eccitamento, di tensione, provocato da una forza che proviene dall'interno del corpo. Quando questo stato di eccitamento viene soddisfatto grazie all'intervento di un altro (la madre che offre il seno), si determina nel bambino un ricordo, una traccia mnestica, della percezione del soddisfacimento del bisogno primario (fame).
Il bambino tende a riprodurre la percezione del soddisfacimento attraverso il riversamento dell'energia sulla traccia mnestica legata alla percezione del soddisfacimento. Il desiderio, secondo Freud, è la percezione allucinata del soddisfacimento.
Il desiderio quindi nasce da una situazione di mancanza di qualcosa che è stato sperimentato come soddisfacimento di un bisogno primario, che viene ricordato, in quanto viene ricordato ciò che si è provato nel momento in cui il bisogno è stato soddisfatto.
Perché il bambino possa ritrovare nella realtà esterna quello stesso oggetto (il seno) che è stato occasione del primo soddisfacimento è necessario che l'energia sia spostata dalla percezione mnestica, puramente allucinatoria, alla motilità (grida, pianti, movimenti...) in modo che la mamma sia avvisata che il bambino ha ancora fame. Perché questo spostamento dalla percezione del ricordo del soddisfacimento alla motilità avvenga è necessario un lavoro psichico del bambino. Se questo spostamento non avviene e il desiderio non può essere soddisfatto ci può essere una sorta di fissazione sulla percezione del ricordo del soddisfacimento, e quindi una percezione allucinatoria, che porta allo sviluppo della psicosi, della malattia mentale.

censura e preconscio

Perché tutta l'energia psichica connessa alla percezione dell'appagamento venga elaborata, indirizzata verso la motilità, finalizzata ad ottenere una risposta da parte dell'oggetto materno (senza che siano prese vie sbagliate) è necessaria una censura che eserciti una funzione selettiva. Solo una certa quantità di energia riuscirà ad entrare nel preconscio, il quale eserciterà una censura che eviterà che l'energia si dissipi per far fronte alle enormi richieste del sistema primitivo dell'inconscio, che non ha senso del tempo, dello spazio, del limite (la soddisfazione dovrebbe essere continua e senza limiti). Il preconscio invece stabilisce qual è la quantità di energia che deve essere investita sulla motilità.

il sogno come appagamento del desiderio

Nel sogno la censura tra il preconscio e l'inconscio viene abolita, dato che non è possibile realizzare quanto è desiderato dall'inconscio. Mentre il sistema dell'inconscio può solo desiderare, nel preconscio si pongono limiti al desiderio per poter seguire solo quelle vie in grado di realizzare i propri obiettivi.
Il sogno per Freud è un appagamento del desiderio, e ci offre anche la possibilità di vedere come si forma il sintomo nevrotico, in cui si ha insieme la realizzazione dell'appagamento di quel certo desiderio e l'inibizione del desiderio stesso. Ad esempio, il bisogno compulsivo di verificare che non sia accaduto qualcosa di male ad una persona cara, è dovuto al fatto che ci sono potenti desideri ostili nei confronti di questa persona, desideri controinvestiti da cariche difensive tendenti alla loro inibizione.
Lo schema freudiano, pur prevedendo l'intervento dell'altro, è tutto centrato sul proprio funzionamento. Il bambino dopo la poppata continua a pensare alla sua sensazione di piacere e tende a riprodurla da sé. Anche dopo la poppata continua a ciucciare, prolungando l'attività di suzione ben al di là della soddisfazione alimentare. Esplora altri arti del corpo che possono procurargli piacere (lingua, dito, ecc...). La sessualità del bambino per Freud risiede in questa spinta a ricercare tutte le zone del corpo che possono procurargli quel piacere.
Altri autori, ritenendo il modello freudiano troppo solipsistico, si rifanno alla teoria dell'attaccamento secondo la quale il bambino vive una sessualità perché l'adulto inevitabilmente seduce il bambino attraverso le infinite forme dell'accudimento, negando la grande scoperta di Freud, quella di una forza interna al corpo che costringe l'apparato psichico a un lavoro.

una metapsicologia

Non è vero che Freud abbia utilizzato un modello biologico (superato) per l'apparato psichico: Freud ha voluto costruire una metapsicologia, qualcosa che sta dietro la coscienza, non riconducibile al biologico.
Freud definisce la pulsione un concetto limite tra lo psichico e il somatico, il rappresentante delle esigenze del corpo nel confronto dello psichico e che costringe lo psichico a un lavoro per potere confrontarsi con queste esigenze (le pulsioni non sono degli istinti).
Proprio perché la pulsione è una spinta costante, proveniente dal corpo, che costringe continuamente lo psichico a un lavoro, fa sì che la pulsione, polimorfa, scaturisca da più sedi corporee.
I piaceri sono polimorfi, sono polimorfe le zone erogene e sono variabili le modalità di soddisfazione (v. il piacere del defecare e del trattenere).
La variabilità si determina nel lavoro costante tra lo psichico e il somatico, ed è influenzata dalla cultura, dall'educazione...
Nulla è più dinamico e individuale della pulsione.

la libido

La libido è l'energia connessa alle pulsioni sessuali. Freud però parla anche di libido dell'io, di pulsioni narcisistiche, prevalenti nell'omosessualità. La scelta dell'oggetto, nell'omosessuale, è un oggetto il più possibile simile a se stesso.
Le pulsioni sessuali, successivamente, vengono da Freud definite come pulsioni di vita, contrapposte alle pulsioni di morte. Il modello è sempre fondato sull'opposizione, sul conflitto, non sull'appagamento continuo. Le pulsioni di vita sarebbero quelle che tendono al legame, mentre le pulsioni di morte tendono alla messa in riposo dell'organismo. Infine Freud parla di eros e di thanatos.

una valutazione dell'apparato psichico

Freud ha presentato successivamente due modelli topici dell'apparato mentale. Il primo è fondato sull'opposizione tra conscio, inconscio e preconscio. Il secondo riguarda l'es, l'io, e il super io. Da una concezione centrata sull'apparato psichico si passa ad una centrata sul soggetto, sulla persona.
Il passaggio dall'una all'altra topica ha comportato aggiustamenti non sempre facili.
Certo il pensiero di Freud, semplificato, dà luogo a molti equivoci e a incomprensioni. Non è vero che sia stato lo scopritore dell'inconscio, o che abbia sostenuto una soddisfazione sfrenata del piacere, o che sia stato un sostenitore della morale tradizionale e dell'antifemminismo. Occorre cogliere il pensiero freudiano nella sua complessità, il funzionamento del suo sistema si basa sul conflitto tra maschile e femminile, tra vita e morte, tra interno ed esterno, tra io e oggetto.

senso del modello freudiano

Il corpo ha delle esigenze, che determinano un eccitamento che non può essere eliminato e che richiedono la presenza di un altro (senza il quale il bambino morirebbe). Sarà quindi necessario ricorrere alle tracce dell'esperienza precedente per eliminare lo stato di impotenza.
Questo modello può essere visto come l'espressione dei rapporti tra il soggetto e l'altro, della reciprocità tra il soggetto e l'altro.
Il soggetto, soma più psiche, trasforma le sue esigenze di soggetto in lavoro psichico per chiamare in causa l'altro. Proprio questa dipendenza dall'altro, nel suo carattere obbligante, è abolita dalla teoria della seduzione. L'obbligazione è sostituita dall'impianto dell'altro (l'inconscio sessuale della madre si impianterebbe sul neonato...).
Il soggetto non è al centro di tutte le azioni e i pensieri dell'essere, ma è il risultato precario del dialogo che intrattiene con le pulsioni. Il ruolo dell'altro non è trascurabile. La causalità psichica è l'effetto di una relazione, perché il soggetto ha la capacità di illudersi, proiettando sull'altro l'immagine idealizzata di se stessi (v. innamoramento).

la comprensione reciproca

La seconda topica inoltre attiva la comprensione reciproca. Nelle grida del bambino che ha fame viene significata non solo la sofferenza ma anche la persona che soffre. Il bambino che grida è in grado di conoscere non solo le reazioni dell'oggetto, ma anche le proprie. C'è un reciproco intersecarsi.
Nell'indispensabilità dell'oggetto, nella sessualità, l'essenza non è solo il piacere, ma soprattutto il legame. Il legame è fondato sull'amore. Nell'ultima teoria pulsionale Freud stabilisce la sinonimia tra vita e amore, chiamando in causa la direzione verso l'oggetto.

relazione nutritiva

L'oggetto per eccellenza è il seno, prototipo di qualsiasi piacere, a causa della componente nutritiva. Tutto ciò che può aumentare il piacere dell'io deriva da questo significato nutritivo rappresentato dal primo oggetto di piacere.
Il seno è un oggetto del bisogno e del piacere, connesso sia alle pulsioni di autoconservazione (bisogno) sia a quelle sessuali (piacere). Il desiderio può essere nettamente separato dal bisogno: in quanto ripetizione del piacere, il desiderio può andare per suo conto.
Se l'oralità e il rapporto nutritivo fanno parte della sessualità infantile, l'appetitività è il centro della sessualità e il soddisfacimento pulsionale è una relazione nutritiva, che dà all'io il senso di una più grande pienezza. Questo mi pare il grande significato della sessualità in Freud.
Le pulsioni vanno addomesticate dall'io, rinunciando alla realizzazione di tutti gli obiettivi pulsionali senza limiti, tendendo conto anche delle pulsioni dell'oggetto.

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