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Paure e attese dell'uomo contemporaneo di fronte al futuro

sintesi della relazione di Sabino Acquaviva
Verbania Pallanza, 27 marzo 1999

Ci sono tre scenari di fondo che caratterizzano la civiltà contemporanea: la nascita di una nuova civiltà, un nuovo modello culturale, un nuovo modo di essere religiosi.

nascita di una nuova civiltà e di una nuova cultura

Sono eventi che accadono nella storia dell'umanità ogni 500 o 1000 anni (successo dell'antica Grecia, avvento del Cristianesimo, Rinascimento, Rivoluzione francese).
Sta cambiando tutto e sembriamo senza radici.
L'avvento del computer, che ha sostituito la macchina da scrivere, ha modificato il modo di concepire e di pensare.
È cambiato il modo di porsi il problema di Dio. Si è passati dalle prove filosofiche della sua esistenza, alle teorie della fisica moderna sull'origine dell'universo, alla teoria del big bang, secondo la quale da un punto sono nati tempo spazio e materia.
È poi cambiato il sistema di classi. La classe operaia si è fortemente ridotta a vantaggio di un sempre più esteso ceto medio, meno rivoluzionario e più moderato.
È cambiata l'organizzazione della società e il modo in cui la si governa.
È cambiato il concetto di analfabetismo: oggi l'analfabeta non è colui che non sa leggere o scrivere, ma colui che non sa usare il computer. E la logica binaria del computer influisce e modifica la vecchia logica.
È cambiato l'atteggiamento nei confronti della storia e nei confronti della vita.
Il modo stesso di percepire la morte è mutato. Fino all'età medievale la morte era percepita come una realtà naturale, da vivere. Poi a partire dal '500 incomincia ad essere rimossa: la morte come morte separata (i cimiteri sono collocati lontano).
Oggi la morte è negata. Chi muore, deve sparire.
È cambiato anche il sistema di potere. La crescente importanza delle società finanziare, le aziende (Bill Gates) che hanno bilanci pari a quelli di sette stati africani, hanno un potere enorme. Le società finanziare controllano le grandi aziende, le quali controllano la pubblicità a livello planetario (incentivazione dei consumi), contribuiscono a modificare la stessa umanità: l'uomo si trasforma in consumatore. Per questo è necessario una grande sistema di informazione capillare.
Inoltre ci sono modificazioni sul piano demografico: mentre i paesi musulmani hanno un incremento velocissimo, c'è stasi se non decremento tra gli occidentali.
Questi grandi cambiamenti insieme fanno paura e entusiasmano. Si fa fatica ad adattarsi ai cambiamenti.
Lo stato di diritto e il benessere economico sostanzialmente raggiunti dai paesi occidentali (ritenuti capaci di apportare felicità) pare non abbiano risolto tutti i problemi: c'è un aumento costante del tasso dei suicidi.
La bassa natalità in Italia è compensata dalla crescente immigrazione. La nostra società sta diventando multiculturale.
Nei paesi tecnologicamente avanzati che fine sta facendo la democrazia? Il novanta per cento della classe dirigente (potere economico e finanziario e quello dell'informazione) non l'ha eletta nessuno e ha in mano gran parte del potere. Ecco perché le politiche fatte da governi di diversi orientamenti sono abbastanza simili.

trasformazione e evoluzione del modo di essere religiosi

L'uomo, come tutti gli esseri viventi, ha paura della morte ed anzi ha la certezza e consapevolezza di morire. Da questa certezza nasce il bisogno di vivere in eterno. I sistemi religiosi sono sorti permettendo all'uomo di vivere in modo equilibrato in questo mondo, affermando il significato della vita.
Le attuali trasformazioni economico sociali hanno messo in crisi tutto questo. La pratica religiosa diminuisce, il credo si affievolisce. La mancanza di valori forti crea depressione.
Molti si difendono sviluppando un modo nuovo di essere religiosi.
Dalle inchieste emerge un nuovo tipo di religiosità: gente che risponde di non credere in Dio afferma di fare esperienze di qualcosa di trascendente (al contrario quelli che affermano di credere non fanno esperienze religiose). Riemerge la religiosità naturale.
Più che di eclissi del sacro (come avevo sostenuto in passato) c'è l'emersione di una religiosità esperienziale.
Non esiste più l'ateismo militante, trionfa l'agnosticismo, l'indifferenza nel mondo dominato dal consumo.
Persiste la religiosità naturale soggettiva, più o meno legata alle grandi religioni.
Le sette sono sostanzialmente minoritarie. La New Age è più presente, ma più fluida: non richiede appartenenze. Poi ci sono coloro che militano nelle chiese.
Questa religiosità naturale si esprime diversamente rispetto al passato e si colora diversamente in base alla cultura di appartenenza, in inchieste fatte: giovani provenienti da culture postindustriali (anglosassoni) fanno esperienze religiose di fronte alla natura, nell'innamoramento, mentre giovani più tradizionali (Triveneto) ascoltando una predica o leggendo la Bibbia.
Inoltre l'esperienza di religiosità naturale si lega sempre più al mondo scientifico.
Il mutamento nell'essere religiosi appare anche nel confronto uomo donna: mentre sul piano della pratica religiosa la donna numericamente prevale, c'è una sostanziale parità sul piano dell'esperienza religiosa. E mentre la pratica religiosa tende a diminuire con l'istruzione, l'esperienza religiosa aumenta.
Quest'esperienza religiosa è poi avvertita con grande intensità (anche se difficilmente definibile) e riguarda la percezione di qualcosa che trascende.
In crisi non è la religione, ma un certo modo di essere religiosi e di manifestare la propria religiosità.
Ho poi scoperto che le esperienze religiose di oggi assomigliano molto a quelle raccontate dai mistici medievali.
La nascita di una nuova civiltà a cui stiamo assistendo, che mette in crisi un certo modo di essere religiosi, fa emergere forme insieme nuove e antiche di esperienza religiosa.

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