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La crisi della memoria oggi nella società e nella chiesa

sintesi della relazione di Giannino Piana
Verbania Pallanza, 11 ottobre 1997

una definizione di memoria

La contrapposizione tra memoria e tradizione, così come è maturata nell'evoluzione storica dei due termini, non corrisponde al significato etimologico dei due termini. Mentre "tradizione" ha assunto il significato di conservazione mummificata del passato, memoria quello di ricupero del passato in termini creativi, di un passato riattualizzato nel presente. Fare memoria è instaurare un rapporto di continuità e di discontinuità col passato, che per un verso è recuperato, per un altro è irrimediabilmente passato. Il passato non è mai coglibile direttamente, ma solo a partire dal presente. I documenti del passato, gli eventi del passato sono interpellati con domande che sorgono dal nostro contesto socioculturale.
La memoria è il vero accostamento al passato. Il passato non è mai accessibile così com'è, ma è possibile recuperarlo riattualizzandolo nel presente, cioè facendo memoria.

la crisi della memoria

L'attualità del tema è data proprio dall'odierna crisi della memoria, dalla difficoltà a fare memoria.
Non è solo crisi quantitativa, per il continuo ampliarsi di eventi, di fatti di cui dovremmo fare memoria. E' crisi soprattutto qualitativa, cioè perdita del senso e del valore della memoria, sia a livello civile che ecclesiale. I tre avvenimenti fondativi della storia della nostra nazione, resistenza, nascita della repubblica e carta costituzionale, benché distanti solo una cinquantina d'anni, sembrano lontanissimi e sempre meno significanti soprattutto per le nuove generazioni. Addirittura c'è la tendenza positiva a dimenticare, a rimuovere eventi che racchiudono anche momenti negativi, contradditori.
Sia il rapporto con la resistenza con le sue luci, ma anche con le sue ombre, sia l'attuale revisione della costituzione sembrano indicare il desiderio di trascurare, di obliare valori fondamentali presenti in quegli eventi, che invece andrebbero recuperati e riattualizzati.
Anche sul versante ecclesiale il senso della memoria si sta stemperando progressivamente. Un motivo è dato dalla tendenza alla dogmatizzazione, alla riduzione della rivelazione a dottrina, che comporta una destoricizzazione. Il cristianesimo è anzitutto storia di salvezza. Invece l'aver costruito un sistema dottrinale, inteso come assoluto e da tramandare tale e quale, ha impedito una visione dinamica e progressiva, ha enfatizzato il valore di una tradizione fissata una volta per tutte. Il cristianesimo è invece salvezza che si fa nella storia e attraverso la storia. Di qui la necessità di un continuo "aggiornamento", come affermava Giovanni XXIII, non semplicemente per adattarsi ai tempi nuovi, ma per ricuperare continuamente l'essenza del messaggio liberata dalle incrostazioni del tempo. L'aggiornamento è il ritornare alle fonti per riattualizzarle.
Anche dopo il Vaticano II c'è stato il tentativo di ritornare ad una visione soprattutto dottrinale del cristianesimo, con l'elaborazione di catechismi universali presentati come dotati di valore assoluto, trascurando la dialettica tra la preminente dimensione storico salvifica e quella dottrinale.
I principali fattori che hanno provocato la crisi della memoria sono stati:

  1. Il processo di accelerazione del tempo. Il rimo della vita sempre più accelerato rende più difficile il rapporto con il passato, anche con il passato prossimo. Il risultato è l'insignificanza del passato, che ha, ad esempio, gravi conseguenze sulla qualità di vita degli anziani, considerati portatori dell'esperienza del passato e quindi sempre più inutili. Una conseguenza è anche le crescente incomunicabilità tra generazioni dello stesso mondo giovanile, data l'estrema rapidità con cui si consumano le esperienze. Cresce la difficoltà a pensare l'avvenimento di oggi come una derivazione almeno parziale di ieri. E' l'espropriazione delle coordinate spaziali e temporali.
  2. L'affermarsi di una concezione ciclica della storia. Si assiste oggi alla negazione di una concezione evolutiva, dinamica della storia, introdotta in occidente dall'ebraismo e dal cristianesimo, e alla ripresa di una visione ciclica. Le stesse ideologie del secolo scorso, marxismo e ideologia scientista, sono versioni secolarizzate della concezione evolutiva lineare della storia propria del cristianesimo. La crisi delle ideologie è anche una crisi della visione dialettica della storia. La lettura astorica della storia porta con sé l'insignificanza della memoria. Poiché viviamo in un eterno presente non è più necessario rapportarsi al passato.

Questa situazione culturale di irrilevanza della memoria provoca un disagio esistenziale profondo. In una prospettiva astorica non è possibile dare risposte alla domanda di senso. Come si possono progettare cammini se i cambiamenti radicali del domani sconfesseranno la situazione presente?
Proprio il venir meno della memoria, con il conseguente disagio esistenziale, lascia spazio alla tentazione di abbarbicarsi alle tradizioni del passato, ai "bei tempi antichi" a cui si vorrebbe tornare.

prospettive di ricupero della memoria

Un primo elemento per ricuperare la memoria è la riappropriazione del tempo nel suo dispiegarsi di passato, presente e futuro.
Poiché è il ritmo del tempo oggettivo che tende sempre più ad accelerare, occorre far leva sul tempo soggettivo, quello che la coscienza vive. Questo implica una rifondazione della coscienza soggettiva, una ridefinizione dell'identità soggettiva, una capacità di elaborare progetti flessibili, non totalizzanti e assolutizzati, e quindi in grado di cogliere le novità. Identità e progettualità non sono definibili una volta per sempre.
In questa prospettiva acquistano importanza i soggetti portatori di memoria, e si rende necessario un nuovo patto tra le generazioni.
Nel costruire la progettualità occorre non dare per scontato che non esistano più domande di senso, ma occorre farle emergere dalla frammentarietà della vita quotidiana.
La progettualità non è solo orientata al futuro, si fonda anche sul passato, sulle radici, che solo consentono scelte fondamentali.
Un secondo elemento è il superamento di una lettura ideologica oppure neutrale del passato. Proprio la lettura ideologica del passato è una delle cause della crisi della memoria. Una certa mitizzazione della resistenza o del risorgimento non hanno favorito il fondare il senso dell'identità nazionale su valori autentici, ma hanno, per reazione, condotto ad una radicale demitizzazione.
Oggi nella storiografia prevale la lettura neutrale, quasi fosse possibile solo registrare fatti, senza alcun tipo di precomprensione o di orizzonte complessivo che getta luce sui fatti stessi.
Qui si apre il problema del rapporto tra memoria e storia. Storia e memoria sono collegabili tra loro in una prospettiva di circolarità reciproca, in cui la storia dice soprattutto attenzione all'oggettività di eventi e fatti, e memoria ai valori che sono sottesi a quegli eventi. Non si costruisce storia, anche nei dati oggettivi che la costituiscono, se non si fa riferimento al contesto valoriale, all'ethos culturale. Solo così si può sfuggire alla pura ideologia e alla pura neutralità.
Ulteriore elemento è il ricupero del passato in chiave ermeneutica, cioè nella prospettiva di una reintrepretazione costante del passato, partendo dal presente. La vera lettura del passato è quella che coglie la continuità tra passato e presente per ricuperare il passato per quello che è, ma anche che è consapevole della parzialità del nostro approccio, della nostra precomprensione. Solo così è possibile ricuperare la memoria in maniera non mummificata, con la consapevolezza del limite.
Lo stesso vale per il futuro. La memoria ha una funzione creatrice di futuro, partendo dal futuro per leggere il passato. Nella visione cristiana il destino ultimo dell'umanità è nel futuro ultimo di Dio, ma anche nella storia profana è la speranza verso il futuro che può consentire una lettura del presente e recuperare il passato.
Anche sul versante specificamente cristiano la memoria si recupera facendo i conti con il fatto che il cristianesimo è per definizione memoriale. Ci sono degli eventi fondativi nella storia di Israele e poi nella storia cristiana, come la liberazione dall'Egitto o l'alleanza o il mistero pasquale, che devono continuamente essere rimemorati, e nel rimemorarli ritualizzati. La storia della salvezza continua anche oggi nel ricupero totale di ciò che è stata, compresa la storia ebraica. La nuova alleanza in Cristo non ha eliminato l'antica alleanza.
L'eucaristia è il momento più alto del dinamismo dell'esperienza cristiana, è il memoriale, è l'attualizzazione nel tempo di ciò che è avvenuto nel passato, la morte e risurrezione di Cristo.

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