Incontri di "Fine Settimana"

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Annunciare e testimoniare oggi la buona notizia

Oggi siamo sempre più consapevoli che compito fondamentale di una comunità di credenti è quello di annunciare e testimoniare il vangelo delle beatitudini, la buona notizia che il regno di Dio (il mondo come Dio lo vuole) è vicino e ci è offerto, e che è affidato alla nostra responsabilità. La nuova Pentecoste del concilio, che ci ha delineato un volto di chiesa più libero, più misericordioso, più fraterno, più audace e più evangelico, ci chiama tutti ad una maggiore responsabilità nell'annunciare e testimoniare la fede, nello scorgere i segni dei tempi, nell'individuare i germogli del regno in ogni gesto umanizzante e liberante.
Gli Incontri dei Fine settimana, giunti quest'anno alla 34a edizione, si sono sempre proposti di ripensare il senso del credere oggi. Lo scorso anno abbiamo riflettuto su come la crisi attuale, non solo economica, interpella i credenti, due anni fa sul tema della sinodalità, del camminare insieme (forse l'aspetto meno attuato del Vaticano II), e tre anni fa sull'accoglienza del forestiero ("ero forestiero e mi avete ospitato").
Quest'anno, sollecitati anche dalla proclamazione dell'anno della fede in occasione del 50° del Concilio, e dall'invito del nostro vescovo, vogliamo mettere a tema "l'annunciare e il testimoniare la buona notizia oggi".
L'itinerario di riflessione non può che partire dal fare i conti con la realtà in cui viviamo, che dobbiamo saper leggere. Le analisi sociologiche registrano anno dopo anno un calo dei fedeli che partecipano alle liturgie domenicali, una diminuzione dei matrimoni religiosi e dei battesimi, una drastica riduzione delle vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita religiosa.
La presenza dei giovani appare sempre più rara. C'è chi ha scritto di prima generazione incredula, sorda a prospettive di fede per la vita. Anche il tradizionale serbatoio femminile sembra sempre più prosciugarsi. Si sono attenuate quasi del tutto le differenze tra pratica e adesione religiosa maschile e femminile. L'offerta religiosa delle parrocchie appare poco attraente.
Almeno nei paesi del ricco Occidente, la sensazione prevalente è che oggi il credere diventi sempre più raro e difficile e che il futuro non sia per nulla tinto di speranza. Dobbiamo allora anzitutto cercare di capire le trasformazioni che sono avvenute nella religiosità degli italiani per poter orientare il nostro agire pastorale. E' quanto faremo nel primo incontro con Giannino Piana.
In un secondo momento, con l'aiuto del biblista Rinaldo Fabris, metteremo a fuoco l'annuncio della buona notizia del vangelo da parte di Gesù e da parte di discepoli di Gesù, così come emerge dalle Scritture neotestamentarie. Proprio la riscoperta del primato della parola di Dio costituisce uno dei grandi doni del Concilio e solo una comunità cristiana che, alla luce della bibbia, guarda il mondo con gli occhi di Dio può generare cristiani liberi necessari al rinnovamento della chiesa e del mondo, può far rinascere la fede.
Il cardinal Martini nella sua ultima intervista-testamento ha affermato che nella Chiesa di oggi vede tanta cenere sopra la brace e che nessuno ha il coraggio di toglierla. La Chiesa in Occidente è stanca ed è rimasta indietro di duecento anni. Con l'aiuto di Fulvio De Giorgi, cercheremo di cogliere le ragioni di questa situazione, di vedere i cambiamenti che si sono verificati nel modo di intendere la chiesa e il suo rapporto con il mondo dalla Restaurazione degli inizi dell'Ottocento, al concilio, sino ai nostri giorni. Lo sguardo storico ci consente di capire meglio il presente e progettare il futuro.
Pino Ruggieri rifletterà sul fatto che solo una chiesa povera e dei poveri, una chiesa che non esclude ma che siede come Gesù a tavola con i peccatori può annunciare la buona notizia del vangelo che viene.
Altri incontri (sul ruolo dei laici e in particolare delle donne nell'annuncio della fede, sul ruolo delle famiglie, sulla dimensione ecumenica, sulla liturgia) sono ancora in fase di definizione.

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