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Credenti e politica: un problema aperto

"Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l'avarizia", così scriveva don Milani assieme ai suoi ragazzi di Barbiana in lettera a una professoressa.
La politica oggi non gode di buona salute. Sta attraversando una profonda crisi per ragioni di carattere generale. La politica è messa all'angolo, in situazione subordinata, dall'apparire di poteri forti, quello economico e quello della informazione, che tendono a prevaricare sulla vita delle persone e della società; per l'assenza in Italia per tanti anni della possibilità di una alternativa, causa di degenerazioni e di corruzioni sino alla caduta del muro di Berlino.
Ma la crisi della partecipazione alla politica ha radici profonde anche all'interno della società. La degenerazione e la corruzione della politica rinvia alla crisi della società, dovuta al sorgere di una società complessa, con una maggiore difficoltà a trovare valori comuni, con una moltiplicazione della appartenenze e un allentamento della tensione all'interesse collettivo o al bene comune. L'interesse generale è sostituito dall'interesse di gruppo, con una politica ridotta alla funzione di mediatrice di interessi corporativi. L'assenza di riferimenti ideali viene sostituita dal carisma del capo o da forme plebiscitarie. Gravi sono le conseguenze per lo sviluppo di processi autenticamente partecipativi, condizione essenziale per una vera democrazia. Il trionfo dell'ideologia del consumo è subentrato alla crisi delle ideologie e l'individualismo è alimentato dalla cultura della soggettività con l'impossibilità di ogni sbocco sociale e politico.
La crisi dell'etica, delle domande di senso impedisce la possibilità di attingere a valori condivisi e la politica si riduce a definire regole necessarie al funzionamento delle istituzioni.
Infine la politica funziona quando c'è partecipazione, quando il consenso si allarga e si traduce poi in forme di rappresentanza autentica...
Ma se la politica è la forma più alta della carità come afferma Paolo VI nella Octogesima adveniens perché attraverso di essa si promuove l'interesse generale e si salvaguardano i diritti dei più poveri, allora vi è assoluta necessità di un ritorno alla politica, anche nel mondo cattolico, che è rimasto orfano dalla fine dell'unità politica dei cattolici e in presenza di una chiesa che tende a prendere nelle proprie mani la contrattazione politica. Se la politica non è solo pura gestione del potere ma concreto e operoso impegno per l'uomo allora è necessario un ripensamento e ricreare le condizioni perché anche nel mondo cattolico si dia spazio e valore all'impegno politico.
Ecco allora la necessità di ripensare al rapporto tra fede e politica.

Dopo l'introduzione di Giorgio Campanini (Crisi della politica e disimpegno del mondo cattolico, 23 novembre 2002) che ci aiuterà a leggere l'attuale situazione di crisi della politica, si cercherà di vedere quali luci e quali sollecitazioni provengono dalle esperienze di fede del popolo ebraico e delle prime comunità cristiane. La dimensione escatologica, la dimensione del futuro di Dio e dell'uomo, fortemente presente nella religione biblica, è elemento di luce e di critica alla politica (Armido Rizzi; "L'escatologia biblica luce e critica della politica", 14 dicembre 2003). L'idea di laicità e di autonomia dell'agire politico ha già una sua base nel Nuovo testamento (Giuseppe Barbaglio: "Date a Cesare quel che è di Cesare...", 18 gennaio 2003).
Rifondare la politica significa ridefinire contenuti valoriali come hanno fatto nel periodo postconciliare le teologie politiche, quella mitteleuropea e quella latino americana (teologia della liberazione), base dell'impegno dei credenti e delle chiese (Giannino Piana: La dimensione politica della fede, 22 febbraio 2003).
La democrazia del futuro o sarà democrazia economica e dell'informazione o non sarà democrazia in senso sostanziale. Senza questa democrazia non saremo noi a scegliere ma sceglieranno i poteri forti.Come democratizzare i processi economici e dell'informazione (Giovanni Cerutti e Giannino Piana: Cristianesimo e democrazia, 15 marzo 2003).
Come ogni anno, uno spazio sarà lasciato al fare memoria di un testimone del nostro tempo: don Milani. Giorgio Pecorini, biografo di don Milani parlerà dell'attualità della lezione di don Milani (Educarsi alla politica oggi, a partire e dopo la lezione di don Milani).

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