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In ascolto della Parola

"L'amore e la venerazione della Sacra Scrittura fra i cattolici sono stati per secoli così forti che nemmeno osavano toccarla!". La battuta coglie bene quanto profonda e diffusa sia stata l'ignoranza nei confronti della Bibbia, ma anche quale novità abbia rappresentato il Concilio Vaticano II quarant'anni fa.
L'assenza della Bibbia dalla cultura del nostro paese e il lungo esilio dalla comunità cristiana hanno origini secolari, che risalgono alla contrapposizione polemica con il protestantesimo e il suo sola Scriptura, ai duri giudizi di condanna da parte di teologi e di papi circa la traduzione, la diffusione, il possesso e la lettura della Bibbia in volgare, vista come "madre e fonte di eresia".
"Dopo un esilio plurisecolare, grazie al concilio la parola di Dio ha ritrovato la sua centralità nella vita della chiesa cattolica. Si potrebbe persino parlare di riscoperta della Parola di Dio da parte di cristiani che da secoli non beneficiavano più del contatto diretto con la Scrittura" afferma Enzo Bianchi. "Solo se la comunità cristiana saprà vivere la centralità della parola, allora avremo dei cristiani dotati di una fede adulta e matura, dei cristiani evangelizzati e quindi in grado di evangelizzare e di trasmettere la fede alle nuove generazioni [...] in grado di poter stare nella compagnia degli uomini ascoltandoli e sentendosi solidali con loro."
Una maggiore conoscenza delle Scritture, anche come cittadini, avrebbe il benefico effetto di impedire l'uso improprio di simboli religiosi come la croce o la bibbia stessa in funzione escludente, come simboli di identità contro gli altri.
La riflessione sulla Bibbia con gli amici biblisti, dentro la Bibbia con gli amici teologi, nell'orizzonte della Bibbia con gli amici moralisti ha accompagnato e marcato il trentennale cammino degli incontri di "Fine Settimana" sui tanti temi che sono stati visitati con l'intento di meglio comprendere cosa vuol dire essere credenti oggi.
Proprio l'importanza e la necessità di questo cammino dentro la Bibbia, sulla Bibbia e nell'orizzonte della Bibbia saranno al centro delle riflessioni nella ricca serie di incontri proposti quest'anno.

Gi incontri inizieranno con una riflessione sul grande evento del concilio da parte di un "padre conciliare", il vescovo emerito di Ivrea mons. Luigi Bettazzi, che già varie volte ha condiviso con noi il dono della sua sapienza e della sua godibile eloquenza. Del concilio e della sua interpretazione si è molto discusso quest'anno, sia in occasione della morte di Alberigo che dell'emanazione del motu proprio sulla liturgia preconciliare, da molti ritenuto una brusca frenata nell'attuazione del concilio. Per Bettazzi il Vaticano II ha segnato, nella permanenza dei principi di fede, una discontinuità pastorale (riscoperta della Bibbia, rinnovamento liturgico, rapporto con il mondo...). Il concilio non è qualcosa di superato, merita anzi di essere continuamente riscoperto e attuato, come stimolo ad un rinnovamento perenne della Chiesa, e, attraverso di essa, dell'umanità.

L'attenzione in un secondo momento si concentrerà, con Luciano Manicardi della comunità monastica di Bose, sulla ritrovata centralità della Bibbia: dal lungo esilio sofferto nella comunità cattolica alla sua riscoperta ad opera del concilio, dal percorso già fatto a quello ancora da percorrere, nella prospettiva di una eredità conciliare vista non come punto di arrivo insuperabile, ma come qualcosa di vivo, con grandi ricchezze e inevitabili limiti, da riattualizzare in forme sempre nuove.

La centralità della parola ha cambiato il modo di "fare assemblea", di essere chiesa, di percepirsi chiesa. La riscoperta della chiesa come mistero, come popolo di Dio, come realtà di comunione ridefinisce e ridimensiona l'aspetto istituzionale e gerarchico, la struttura piramidale, modifica la percezione di essere sudditi (o "fedeli" non in quanto obbedienti alla Parola, ma in quanto ossequienti all'autorità gerarchica) in quella di battezzati con pari dignità e corresponsabilità nella vita della chiesa. Di questo tema si occuperà Serena Noceti, docente di Teologia sistematica presso la Facoltà teologia dell'Italia centrale e responsabile della catechesi degli adulti della diocesi di Firenze.

Uno dei cambiamenti più vistosi e determinanti tra quelli operati dal Concilio è il rinnovamento liturgico. Vi sono ancora dei nostalgici della liturgia pre-conciliare, del rito di Pio V, ma è innegabile che l'introduzione della lingua volgare, la maggiore ricchezza biblica, la preghiera dei fedeli, l'unità della mensa della parola e della mensa del pane, hanno rappresentato un mutamento epocale nel vivere la chiesa. Oggi non si assiste più alla messa, ma vi si prende parte, come comunità celebrante. Di questo tema parlerà Andrea Grillo, Professore Ordinario di Teologia Sacramentaria presso la Facoltà Teologica del Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma e docente di teologia presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di Padova e l'Istituto Teologico Marchigiano di Ancona.

Tutta la riflessione teologica è stata investita dalla recuperata centralità della Scrittura, non più utilizzata strumentalmente per giustificare tesi dogmatiche. Nel simbolo e nel racconto biblico traspare il volto e l'agire di Dio. Per Armido Rizzi occorre pensare dentro la bibbia, recuperando il pensiero dell'alterità, l'orizzonte proprio della narrazione biblica che ci presenta un Dio altro, che ascolta il grido del povero, che si prende cura cioè dell'altro in quanto altro, in totale gratuità (occorre superare il pensiero dell'identità che ha regnato sovrano nell'Occidente, e che è stato accolto dal Cristianesimo, secondo il quale tutta la realtà è riconducibile ad un unico principio...)

Anche la riflessione morale si è alimentata dalla riscoperta della bibbia, con il superamento della precedente morale casistica, molto legalistica, estrinseca. L'originalità della morale cristiana, come ci ha ricordato altre volte Giannino Piana, non è a livello di contenuti, sul fare altre cose, ma a livello di orizzonte, di intenzione di fondo, sul fare le stesse cose altrimenti. Le grandi categorie bibliche dell'alleanza, della conversione, del primato della carità, trovano la loro espressione esemplificativa ed alta nel discorso della montagna.

Sul tema della evangelizzazione degli adulti che ha al proprio centro la Parola, interverrà fr. Enzo Biemmi, attuale presidente dell'Equipe europea dei catecheti. In qualsiasi forma di evangelizzazione, anche in quella degli adulti, il primato spetta alla parola di Dio: la comunità dei credenti nasce dalla Parola che va ascoltata celebrata e vissuta. "Il buon pane della Parola sta tornando poco per volta alla gente, e se ne sentono gli effetti benefici". L'annuncio agli adulti ha inoltre il vantaggio di una minore ritualizzazione non essendo finalizzato ai sacramenti. Solo adulti evangelizzati possono evangelizzare. Il silenzio del laicato attuale e l'atteggiamento molto diffuso della delega ai funzionari del sacro sono segni di un cammino ancora lungo e difficile, ma ineludibile.

Dal contesto ecclesiale la riflessione, con Brunetto Salvarani, si allarga all'intera società e alla sua cultura. La Bibbia non è solo la testimonianza di fede del popolo di Israele e delle prime comunità cristiane, normativa per i credenti, ma è anche una delle grandi radici che ha alimentato e alimenta la nostra cultura e civiltà. A prescindere da qualsiasi opzione religiosa i testi biblici disvelano mondi, prospettive, orizzonti che costituiscono terreno fertile di confronto sul presente. Purtroppo permane la convinzione che del bagaglio culturale di un italiano mediamente istruito non debba far parte il testo biblico, nonostante poi magari si chieda a gran voce di tener conto delle radici ebraico-cristiane dell'Europa. E' ben più preoccupante l'eventuale assenza dalla cultura, dal modo di pensare e di vivere delle persone che non dai testi scritti.

L'ultimo appuntamento è presso la comunità monastica di Bose, una comunità ecumenica, per approfondire il tema dell'importanza della bibbia nel cammino ecumenico, attualmente alquanto faticoso. Nell'ascolto, nell'accoglienza e nella condivisione della Parola si superano le differenze che escludono e si accolgono le diversità che arricchiscono.

L'aver posto al centro delle nostre riflessioni di quest'anno la bibbia è anche un modo per ricordare ed esprimere la nostra riconoscenza all'amico Giuseppe Barbaglio, scomparso a fine marzo, che per quasi 40 anni ha accompagnato e alimentato il cammino delle nostre comunità, ci ha introdotti nel mondo delle Scritture, ci ha reso vivi e comprensibili ardui testi paolini, con la sua competenza, con la sua passione, con la sua chiarezza cristallina, con la sua libertà, con la sua amicizia.

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